1992
QUANDO LA FINANZA DA SOLA, SENZA PIU' UNA PRODUZIONE ECONOMICA , HA ESASPERATO LE DIVISIONI ETNICHE.
Le guerre della Ex-Jugoslavia sono il piu' recente esempio di come la finanza da sola non sia riuscita a risollevare le sorti di un Paese come la ex-Jugoslavia, quando la produzione economica ha cominciato prima a rallentare e poi a diminuire sempre piu'.
Questo Paese infatti dopo gli anni "70 di crescita, con l'esportazione di opere e servizi per eseguire lavori nei PAESI MEDIO-ORIENTALI PRODUTTORI DI PETROLIO, si vide poi sempre piu' ridimensionare tali esportazioni per via del calo del prezzo del petrolio (a sua volta iniziato inevitalbimente proprio DOPO LA CRISI ENERGETICA del "73). Tale calo porto' quegli stessi PAESI PRODUTTORI DI PETROLIO, a ridurre i progetti di lavoro e a utilizzare mano d'opera a piu' basso costo proveniente da altri Paesi.
Con l'inizio dell'aumento dell'inflazione, si pensò di arginarla velocemente con prestiti del Fondo Monetario Internazionale per far fronte alla svalutazione dei salari ed ai costi delle importazioni che aumentavano, senza però riuscire a impiegarli bene anche in produzione di bene e servizi che invece andavano diminuendo sempre piu'.
Quando alla fine degli anni "80 s'intraprese una solida e strutturale riforma economica con la domanda anche di adesione del Paese alla Comunità economica europea, si ebbero inevitabili conseguenze sociali (diminuzione dei sussidi statali, aumento della disoccupazione e della povertà) che esasperarono le turbolenze etniche e contribuirono alla disgregazione complessiva della Federazione.
JUGOSLAVIA 1993: 100000000 DINARA IPERINFLAZIONE BANCONOTA DA UN MILIARDO
... Infatti gli strumenti finanziari usati per ridurre l'inflazione e ripristinare la produzione, furono mal gestiti, a tal punto che tali risorse finanziarie messe a disposizione "furono drenate" solo inutilmente.
Così ad es. circolava il detto "Ti fai un mutuo in Jugoslavia e Ti costruisce casa in Italia", a significare come pur aumentando i tassi d'interesse Jugoslavi per fermare l'inflazione, tuttavia tale aumento non veniva applicato ai contratti di mutuo già in corso (che erano la maggior parte poichè stipulati negli anni migliori '70 e'80).
Pertanto lo sforzo finanziario fu tutto incanalato a conservare il "potere d'acquisto già esistente" della popolazione, senza investirlo contestualmente anche in misure di reale produzione di beni e servizi, misure che a causa di una "cattiva privatizzazione" non furono mai realizzate.
Conseguentemente, i fabbisogni e i consumi della popolazione "aumentavano", senza anche una contestuale forza produttiva di beni e servizi che invece andava drasticamente riducendosi, a causa anche del grado di arretratezza di vaste aree della popolazione.
LA CONVENZIONE QUADRO DELLE NAZIONI UNITE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI (UNFCCC).
Contemporaneamente a tali gravi eventi bellici Europei, a livello internazionale si compivano invece i primi passi fondamentali su cui si poggia l'attuale transizione eco-sostenibile del XXI Secolo.
Durante la "conferenza dell'ONU sull'ambiente e lo sviluppo" che si è tenuta a Rio de Janeiro nel 1992 (Summit della Terra), viene stilata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Entrò in vigore il 21 marzo 1994. Il suo obiettivo dichiarato è "raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico".
Il trattato, come stipulato originariamente, non poneva limiti obbligatori per le emissioni di gas serra alle singole nazioni; era quindi, sotto questo profilo, legalmente non vincolante. Esso però includeva la possibilità che le parti firmatarie adottassero, in apposite conferenze, atti ulteriori (denominati "protocolli") che avrebbero posto i limiti obbligatori di emissioni. Il principale di questi, adottato nel 1997, è il protocollo di Kyoto,
(vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_quadro_delle_Nazioni_Unite_sui_cambiamenti_climatici ).